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Un hombre de bien

Maurizio Fabbri



A Rinaldo Froldi, cattedratico emerito di Lingua e Letteratura Spagnola dell'Università «Alma Mater Studiorum» di Bologna.





Scrivere di Rinaldo Froldi significa ripercorrere la storia dell'ispanismo italiano di questi ultimi cinquant'anni, giacché egli, con una intensa attività scientifica e didattica, ha contribuito in maniera determinante a consolidare nel nostro Paese il prestigio e la conoscenza della cultura spagnola a livello accademico e divulgativo. La sua figura trova naturale collocazione accanto ai più riconosciuti Maestri italiani e stranieri contemporanei, con i quali tuttora intrattiene strette relazioni professionali e di amicizia, condividendo con loro il merito di aver ampliato e resa maggiormente coesa la comunità scientifica che si riconosce negli studi di area ispanica e più latamente di iberistica.

Egli giunse a Bologna nell'ottobre del 1968, prendendo possesso della cattedra di Lingua e Letteratura Spagnola presso la Facoltà di Magistero dell'Università «Alma Mater Studiorum». Lo avevano preceduto poche e frammentarie notizie biografiche ed accademiche che lo dicevano titolare dell'insegnamento di Spagnolo all'Università di Macerata e che segnalavano come si fosse avviato agli studi di letteratura spagnola guidato e consigliato, inizialmente, da Antonio Gasparetti e Guido Mancini prima e da Alberto Del Monte poi.

A Bologna il neo-cattedratico trovò accoglienza cordiale ma anche una situazione logistica che lasciava molto a desiderare. L'allora Istituto di Spagnolo, monocattedra, contava su di uno sparuto drappello di assistenti volontari ed era allogato in una stanza di un antico edificio nel cuore della cittadella universitaria ove tutti e tutto, docente, assistenti, l'esigua biblioteca, vi trovavano ricetto. Occorre ricordare che l'insegnamento della lingua e letteratura spagnole, a Bologna come ovunque in Italia, stava affrancandosi dalla tutela della filologia romanza. Mancava quindi di organici, strutture, strumenti e sussidi didattici; mancava, soprattutto, di una sua identità certa e visibile che gli procacciasse il rapido inserimento, in condizioni paritarie, tra le altre discipline linguistico-letterarie. Ebbene, Rinaldo Froldi, con energia, determinazione e consapevolezza piena del suo ruolo seppe vincere in breve ostacoli e resistenze, seppe chiedere ed ottenere quanto era necessario per il buon funzionamento dell'Istituto, per la preparazione scientifica dei docenti, per lo svolgimento dell'attività didattica.

Di poche parole, riservato, dotato di autorevolezza e forza persuasiva, si mosse con competenza e prudenza. I risultati non si fecero attendere: la Facoltà premiò tanto fervore ed impegno con borse di studio, incarichi d'insegnamento, dotazioni per l'acquisizione di testi e pubblicazioni scientifiche, locali più adeguati. La lingua e la letteratura spagnole, non più ancelle o neglette, conquistarono pari dignità con le altre discipline mentre la presenza degli studenti, sempre più motivati, aumentava progressivamente.

Attorno a Froldi si formò un cenacolo di giovani studiosi che con il suo sollecito consiglio ed aiuto seppero orientarsi nel vasto panorama della cultura letteraria e linguistica spagnola, indirizzandosi verso le ricerche e gli studi più affini alla sensibilità ed agli interessi scientifiche di ognuno. Vi fu chi volle dedicarsi alle problematiche letterarie e culturali del Siglo de Oro e del Settecento; altri che si volsero all'Ottocento ed al Novecento, altri ancora che si applicarono alle ricerche sulla letteratura testimoniale, la bibliografia, la glottodidattica. Ma l'azione determinata ed accorta di Rinaldo Froldi ottenne una seconda cattedra di Spagnolo e fece sì che si attivassero gli insegnamenti di Lingue e letterature ispano-americane, di Lingua e letteratura portoghese, di Lingua e letteratura catalana.

Gli iberisti bolognesi hanno saputo imporsi ben presto, con le loro pubblicazioni e le loro iniziative, all'attenzione degli studiosi italiani e stranieri, ottenendo lusinghieri attestati di stima da parte dei più accreditati specialisti, spesso presenti ai convegni ed ai seminari organizzati nell'ambito, soprattutto, delle iniziative patrocinate dal Centro di Studi sul Settecento Spagnolo, che Rinaldo Froldi volle istituire e collegare con i maggiori centri di ricerca su tale secolo esistenti in Spagna. Tra i numerosi studiosi che onorarono con la loro illustre presenza i vari incontri organizzati a Bologna, citerò Francisco Aguilar Piñal, Joaquín Álvarez Barrientos, Pedro Álvarez de Miranda, René Andioc, Joaquín Arce, José A. Caso González, José Checa, Georges Demerson, Lucienne Domergue, John Dowling, Jean Pierre Etienvre, David T. Gies, Nigel Glendinning, Siegfrid Jüttner, Francisco Lafarga, Hans-Joachim Lope, François Lopez, José Antonio Maravall, Julián Marías, Guy Mercader, Joan Oleza, Emilio Palacios Fernández, John H. R. Polt, Juan A. Ríos, Russell P. Sebold, Manuel Sito Alba, Marc Vitse, Iris M. Zavala e, tra gli ispanisti italiani, Giuseppe Bellini, Ermanno Caldera, Maria Teresa Cattaneo, Mario Di Pinto, Oreste Macrì, Guido Mancini, Franco Meregalli, Maria Grazia Profeti, Carmelo Samonà, Mariarosa Scaramuzza Vidoni, Belén Tejerina, Lore Terracini.

Delle pubblicazioni di Rinaldo Froldi si dà conto in altra parte di questo volume, in una esauriente scheda bibliografica. Qui ora basterà accennare ad alcune sue opere che costituiscono un punto fermo nella storia della critica e che sono paradigmatiche della sua intensa e variata attività di studioso. Si consideri, per esempio, il saggio Lope de Vega y la formación de la comedia, edito in Italia e in Spagna e ristampato di recente. Mediante un'accurata analisi del clima culturale esistente nella Valenza della seconda metà del Cinquecento, l'autore giunge ad una corretta interpretazione dell'Arte nuevo de hacer comedias, acuta satira letteraria più che trattato teoretico, e dell'influenza esercitata dalla tradizione teatrale valenzana sulla comedia lopiana.

Ma Rinaldo Froldi deve essere annoverato tra i pochi studiosi nel mondo che, a partire dagli anni Sessanta del trascorso secolo, hanno avviato la 'rilettura' del Settecento, sottraendo quel secolo così ricco di idee, proposte ed opere letterarie ad ingenerosi silenzi ed insistite mistificazioni dettate dal pregiudizio ideologico e culturale. Con il saggio Un poeta illuminista: Meléndez Valdés, egli analizza l'opera del grande poeta della Ilustración spagnola, mettendo in luce la varietà e complessità del suo mondo interiore, la ricchezza delle tematiche, il suo constante impegno verso una poesia intesa come espressione di umanità, strumento di comunicazione, più che come semplice evasione edonistica o esclusiva ricerca formale, ponendo in evidenza la stretta relazione esistente tra l'estetica e l'ideologia melendesiane ed i canoni illuministici europei.

In ambito contemporaneo, Rinaldo Froldi si è cimentato con successo nell'ardua impresa di interpretare il pensiero e la lirica della più inquieta maturità del Maestro della 'poesia pura', Juan Ramón Jiménez. È di quest'anno la ristampa aggiornata della raccolta di poemi Animal de fondo, interamente, e per la prima volta, tradotti in italiano, con fine sensibilità e perspicacia ermeneutica. Il saggio che li precede costituisce un'acuta esegesi dell'opera e delle sue interconnessioni con le poesie composte in precedenza da Juan Ramón.

Ma tornando all'attività accademica, un'altra lungimirante iniziativa di Rinaldo Froldi consistette nell'attivare, con i colleghi bolognesi e degli Atenei di Bergamo, Milano, Pavia e Venezia, il Dottorato di ricerca in Iberistica, che ha tuttora la sua sede amministrativa in Bologna. Dal 1988 esso ha operato con riconosciuta serietà ed efficacia, preparando le nuove leve dell'Iberistica ed evitando così, tra l'altro, che il gap generazionale provocato da una improvvida politica culturale, divenisse irreparabile. La validità della preparazione culturale conseguita presso il Dottorato di Bologna è confermata dal pronto inserimento nelle carriere dell'insegnamento universitario di tutti i dottori di ricerca licenziati fino al corrente anno accademico. Con i loro lavori scientifici pubblicati in Italia ed all'estero, questi giovani studiosi stanno dando un concreto ed intelligente contributo alla ricerca stessa nei rispettivi ambiti specialistici. Possono ben dirsi tutti allievi di Froldi perché nei quattro anni del corso hanno assistito alle sue lezioni, hanno discusso con lui sulle più diverse problematiche letterarie, lo hanno avuto come tutore nelle lore tesine o nelle tesi finali di dottorato. Anch'essi entrano a far parte del selezionato numero di allievi di Froldi che sono stati titolari o lo sono tuttora di cattedre o incaricchi di insegnamento presso le Università di Bologna, Brescia, Cagliari, Ferrara, Forlì, Macerata, Milano, Napoli, Parma, Pavia, Pisa, Trento, Trieste, Udine, Venezia.

Negli anni Settanta ed Ottanta la partecipazione alla vita accademica è stata intensa ed ha coinvolto Froldi in numerose importanti iniziative. È stato tra i più competenti sostenitori dell'attivazione dei Dipartimenti; è stato membro del Comitato scientifico per la creazione dell'Università di Pescara; direttore del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne dell'«Alma Mater»; condirettore, con i colleghi Alfredo Rizzardi, Corrado Rosso e colui che scrive, della rivista di critica letteraria e studi linguistici Spicilego Moderno, che si pubblica tuttora. Ha curato l'organizzazione scientifica e logistica delle giornate dedicate alla Spagna celebrate nell'ambito del programma «Bologna-Nationes» in occasione della ricorrenza del nono centenario della fondazione dello Studio bolognese. Ed ancora, ha stabilito durature e proficue relazioni con Università e centri di studio europei, a Duisburg, Oviedo, Parigi, Valenza, di cui hanno beneficiato docenti e studenti.

Sempre, in ogni circostanza, si è comportato con dignità, spirito di servizio, dedizione allo studio, apertura mentale non distorta da pregiudizi o tornaconti personali. È per questo e per i suoi meriti di studioso che la sua Università, la più antica del mondo, ha voluto insignirlo del titolo di professore emerito, che gli è stato conferito con solenne cerimonia dal Magnifico Rettore Fabio Roversi Monaco. È per i suoi meriti di studioso e le sue qualità umane, che tanto lo avvicinano all'ideale illuministico dell'hombre de bien, civile, tollerante, operoso, morale, che i suoi allievi bolognesi hanno voluto rendergli omaggio, quando giunse il momento della giubilazione, con questo volume di saggi che colleghi di tutto il mondo, in spontanea gara di stima e simpatia, hanno voluto offrirgli. Ma riunire in forma di volume tanti contributi ha significato adeguarli alle esigenze dell'informatica, uniformarli secondo norme e criteri editoriali, proteggerli dalle bizarrie dell'elettronica, correggere testi e bozze, e tutto ciò ha richiesto pazienza e tempo, certamente più tempo di quanto si pensasse. Ce ne scusiamo qui ora, chiedendo venia per le lunghe attese, per i rinvii, per il disappunto che non pochi partecipanti, presumibilmente e legittimamente, avranno provato per la ritardata pubblicazione. Siamo addolorati, soprattutto, per quei colleghi, amici cari, menti elette, Aldo Albònico, José Miguel Caso González, Alberto Damonte, Georges Demerson, Donatella Montalto Cessi, Giovanni Stiffoni, Lore Terracini, María Dolores Tortosa Linde, che ci hanno lasciati anzitempo, precedendoci nel lungo cammino.

Ma ora, finalmente, il volume è assemblato, stampato, rilegato. Contiene al suo interno uno straordinario florilegio di testi che spaziano dalla critica letteraria e teatrale alla semiologia, dalla linguistica alla filologia, dalla storia delle idee alla storiografia, ed abbraciano culture e generi letterari tra i più variati. Anche se il lasso di tempo trascorso dalla loro redazione ad oggi può avere limitato l'aggiornamento bibliografico di taluni contributi, non ne ha peraltro ridotto l'originalità e il valore scientifico.

Nel suo insieme, quest'opera vuole essere l'ommagio corale, intenso, devoto, autorevole, che spetta ad un uomo di scienza, di studio, di lavoro, ad un hombre de bien come Rinaldo Froldi.





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